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Natura

Il delta dell’Okavango

Patrizio 1 Giugno, 2021

Oggi ce ne andiamo in Botswana, una repubblica indipendente dell’Africa meridionale confinante con Namibia e Zimbabwe che, pur non avendo nessun affaccio sul mare, ospita il secondo delta fluviale interno del mondo dopo quello del fiume Niger, ovvero quello dell’Okavango. Questo enorme fiume, che nasce in Angola e che sfocia per l’appunto in Botswana dopo aver percorso più di 1000 km, riversa una impressionante quantità d’acqua nella sabbia desertica del Kalahari, generando una smisurata pianura alluvionale che si sviluppa su una superficie di circa 15000 chilometri quadrati, formata da piccole isole, lagune, e canali.

Si calcola che ogni anno l’Okavango porti circa 11 chilometri cubi di acqua nel deserto del Kalahari; proprio grazie a ciò, tutta la zona pullula di vita animale e vegetale, infatti sia la flora che la fauna esuberano sotto ogni punto di vista, ed ultimamente anche l’essere umano si è insediato da quelle parti, essendo la zona per l’appunto molto ricca di vegetazione e selvaggina di ogni tipo.

Cenni di storia

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Studi geologici fatti non molto indietro nel tempo, ipotizzano che milioni di anni fa il fiume Okavango era con molte probabilità un affluente del Limpopo, altro grande corso d’acqua che nasce in Africa meridionale e sfocia in Mozambico, nell’Oceano Indiano; successivi movimenti tettonici modificarono il corso del fiume deviandolo verso il deserto del Kalahari, provocando di conseguenza la nascita di grandi laghi, che man mano nel corso dei secoli hanno assunto la conformazione che oggi caratterizza il delta dell’Okavango.

Pastorizia, caccia, pesca, e varie attività agricole consentono di vivere alle cinque etnìe principali che hanno deciso di insediarsi sul delta del fiume, ovvero i popoli Hambukushu, Gxanekwe, Dceriku, Bugakhwe e Wayeyi; in realtà esistono anche delle altre piccolissime comunità come quella dei Batawana o quella dei Ovaherero, due popolazioni bantù presenti in pochissime unità, ma che comunque si sono insediate in zona già qualche centinaio di anni fa.

Posizione geografica e morfologia

Sono in effetti le molte inondazioni che si abbattono stagionalmente sul delta dell’Okavango a modificarne l’aspetto morfologico ed il clima; si registrano forti piogge torrenziali nei mesi che vanno da Dicembre fino ad Aprile e, per effetto di tali piogge l’Okavango straripa, allagando in questo modo tutta l’area del suo delta e le immediate adiacenze.

Nei periodi di piena, il delta si espande fino a ricoprire un’area di circa 22000 chilometri quadrati, portando acqua, e quindi vita, in quelle lande del deserto del Kalahari. E’ proprio grazie a queste continue inondazioni che tutta l’area del delta dell’Okavango riesce a conservare benissimo sia la vegetazione che la fauna, presenti entrambi in grandi quantità; vaste aree boschive, foreste fluviali, e pianure alluvionalicon grandi distese di verde, offrono un habitat ideale a tutta lafauna selvatica del posto, diventato ormai una delle più gettonate mète turistiche specialmente per gli amanti dei safari.

Flora e fauna del delta dell’Okavango

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Essendo l’area del delta dell’Okavango così smisuratamente grande, presenta al suo interno vari tipi di ecosistema ed habitat naturale per diverse specie vegetali ed animali; ovviamente, per poterne garantire la conservazione, sono state create diverse aree protette come ad esempio la Moremi Game Reserve, che occupa quasi la metà di tutto il territorio del delta e che ospita una grande varietà di specie animali tra cui leoni, rinoceronti, licaoni, ghepardi, e circa 500 diverse specie di uccelli, per non parlare delle oltre 1000 specie di piante che crescono sempre più rigogliose.

Distribuite un po’ su tutta l’area della Moremi Game Reserve sono state date delle concessioni private gestite da diversi operatori turistici, ed è possibile affittare alloggi che consentono ai turisti appassionati di safari di vivere la loro emozionantissima esperienza a strettissimo contatto con la natura e gli animali del luogo, cosa che senza dubbio richiede la massima prudenza, ma che è certamente un’esperienza unica nel suo genere.

Cosa c’è da vedere

Per entrare nell’area del delta dell’Okavango bisogna arrivare a Maun, un piccolissimo centro abitato raggiungibile sia via terra che in aereo che simboleggia in un certo senso il vero e proprio ingresso al delta; diversi lodge offrono la possibilità di una buona sistemazione per passare la notte, anche perché non c’è nulla di interessante per intrattenersi, e poca gente da incontrare.

Se si ha la fortuna e la possibilità di fare realmente questo viaggio in Botswana, e si decide di scegliere come mèta principale proprio il delta dell’Okavango, non si può non andare a fare un’escursione in Chief’s Island, una piccola oasi di terraferma ricca di selvaggina nella quale poter assistere dal vivo a cruente scene di predazione, essendo essa popolatissima da varie specie di felini e canidi in cima alla catena alimentare come leoni, ghepardi, licaoni e iene.